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FENOMENI TEMPORALI: L’ASFA (Athens School of Fine Arts)

09/27/2021 17:11

Gabriele Romeo

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FENOMENI TEMPORALI: L’ASFA (Athens School of Fine Arts)

 

FENOMENI TEMPORALI: L’ASFA  (Athens School of Fine Arts)

 

 

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Una volta lasciato il sontuoso deambulatorio dorico dello storico edificio dell’Athens School of Fine Arts, fondato nel 1836 nel cuore di Atene e collocato lateralmente antistante il Museo Archeologico Nazionale, giungo al sobborgo del Pireo e mi addentro nel motore pulsante della creatività e della didattica trasversale. 

Superata la sbarra che ne delimita l’ingresso all’immenso complesso didattico, fatti tutti i controlli del Green Pass, un cane in festa mi corre incontro tra gli immensi murales e i graffiti che adornano con le loro eclettiche decorazioni le pareti esterne degli edifici circostanti. 

 

È qua che troviamo inaspettatamente la Geek Culture rapire l'attenzione e narrare in un ricco repertorio iconografico il mito con la leggenda, il comics con la letteratura e la fantascienza contemporanee. Proprio da questi laboratori uscirono nel 2017 molte delle opere che concorsero all’edizione di Documenta14, ad Atene.

 

Ad accogliermi Nourako - uno dei tenti giovani docenti dell’Accademia - che si prodigò ad illustrami il suo percorso creativo mostrandomi il prototipo di un originalissimo concept creato con una stampante 3D.

 

Inizialmente sono stato accompagnato nei locali che ospitarono l'evento espositivo Degree Show con le opere prodotte dagli studenti neodiplomati e non ero del tutto indifferente nel notare la moltitudine di opere site specific che interagivano con disinvoltura tra le tecniche tradizionali, dalla stampa xilografica all’incisione, dalla pittura alla scultura. 

 

In questo percorso tra i tanti studenti in esposizione rimasi sorpreso da un’enorme e poliedrica installazione di @to_machola (alias VABA): la moltitudine di oggetti e di dialoghi presenti in scena risultarono impressionanti, dalle video installazioni, ai giocattoli in legno dalle forme antropomorfe, dalle maschere pop sparse sul pavimento, alle porzioni deambulanti di corpi sezionati e assemblati in situazioni inverosimili su diversi supporti. 

Questa installazione, seppur dal tono vagamente kitsch, ricolma di dettagli e configurazioni simboliche, a mio avviso, sembrava essere riuscita a scandire un passaggio fenomenologico tra la tradizione della Junk Art di Edward Kienholz e l’esigenza dell’artista contemporaneo dei nostri giorni di narrare la concertazione sinestetica dei media analogici e digitali della società Jeek.

 

Quanto sopra descritto si scontra con la comunicazione di un’opera molto particolare propria di una linguistica nerd, così come si evince nell’installazione site specific di @daddyisland_official, (alias). Un computer adagiato su una scrivania, quindi collocato  in una semplice postazione per studiare, cambia contesto e diviene un luogo nel quale far convergere pulsioni sessuali cariche di riferimenti simbolici, erotici e mitologici. Da questo preambolo,  scorrendo il suo profilo Instagram, potrei sintetizzare la sua ricerca  con la seguente equazione minotauro : eros = fetish : comics. Un banchetto del consumo, così come si potrebbe interpretare dalle tante chips sparpagliate sul ripiano del tavolo. 

Davanti alla succitata analisi riflessiva, per esempio, possono essere comparabili le ricerche iconografiche del secondo Novecento condotte dall’antropologo e filosofo francese Georges Bataille (1897-1962), espresse in Les Larmes D’Eros,  edito a Parigi nel 1961 da Jean-Jaques Pauvert Èditeur.

In un estratto del capitolo IVº intitolato Du role des classes inférieures dans le développement  de l’érotisme religeux, Bataille asserisce quanto segue:

“In origine, in Grecia, a quanto pare, la pratica dei baccanali, al contrario, aveva il senso di andare oltre l'erotismo del piacere. La pratica dionisiaca fu dapprima violentemente religiosa, fu prima un movimento infuocato, fu un movimento perduto. Ma questo movimento, nel complesso, è così poco noto che i legami del teatro greco e del culto di Dioniso sono difficili da precisare […].

[…] A proposito, l'origine della tragedia sembra essere collegata a questo culto violento. Essenzialmente adorare Dioniso fu tragico […]".

 

Proseguendo la visita nei locali dell’Accademia, Nourako mi accompagnò in una delle immense aule di scultura mentre il Direttore Nikos Tranos (b.1957) - docente di scultura - assisteva alla lavorazione e alla catalogazione dei lavori eseguiti dai propri studenti in aula, con una dettagliata documentazione fotografica, nel mentre i miei occhi guardavano volteggiare in aria, nell’immenso soppalco, curiose installazioni mobiles.

Colsi l’opportunità di rivolgere a Tranos una domanda sulle modalità formative  ed educative dei suoi corsi,  lui si espresse indicandomi la dualità che deve necessariamente convivere sia sul simbolo, sia sul medium, unica strada contigua da percorrere per stabilizzare l’esistenza della vita, l’esistenza dell’arte e non per ultima quella dell’artista. Un'arte libera nei suoi processi idealistici, indipendentemente dalle forzutare del consumismo e dalle logiche di mercato alle quali tutti assistiamo, spesso con sgomento, riflettendo sull'agiatezza di un sistema non più a misura né dell'arte, né dell'essere umano.

Infine, concluse Tranos, "occorre mettere al centro la cultura in tutte le sue declinazioni, dal teatro al cinema, dalle arti visive alla letteratura".

 

 

 

 

 

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