È approdata all’isola di S. Giorgio Maggiore a Venezia la mostra dedicata a Kehinde Wiley @kehindewiley, intitolata “Archaeology of Silence”. L’esposizione che si svolge presso gli ambienti espostivi della Fondazione Cini è stata curata da Christophe Leribault (Presidente del Musée d’Orsay e del Musée de l’Orangerie). L’allestimento è perfetto in sintonia tra l’intercalazione della scultura e la drammaticità del corpo, l’arte di Wiley sobbalza l’attorializzazione e la seduzione della posa riprogrammata dal tempo, aspetti che si evincono inoltre dai cromatici ritratti che reimpostano, secondo la programmatica ricerca dell’artista, una revisione dell’icona, scarnendo di fatto il mito dell’immagine consumata “soggetto illuminato dell’ etnia africana” e reinserendolo in una "ethnic-archeology"che possa parlare, con le sue opere, del pensiero umano nei confronti del revivals stilistici e fenomenologici. L’illuminazione soffusa, con le fonti di luce localizzata, enfatizza l’intera scenografia monumentale degna di un artista che ha già scritto la storia dell’arte del nostro tempo e che sicuramente avrà ancora tanto da raccontarci e stupirci. Il programma espositivo rientra tra gli eventi collaterali dell’ Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, ed è stato organizzato dal Musée d’Orsay di Parigi @museeorsay avvalendosi della preziosa collaborazione della galleria TEMPLON @galerietemplon Nel mio incontro con i preparatissimi mediatori culturali presenti nelle sale, una “nota di encomio” alla loro empatia e passione nell’ascoltare e condividere l’arte tra la gente.
💯 @kehindewiley
@museeorsay
@galerietemplon
@fondazionegcini
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