Viaggio in una sorprendente mostra a Venezia alla preview dedicata di Anish Kapoor a Palazzo Manfrin, in anteprima lo spazio allestito al Sestier di Cannaregio. Tra le opere che scenograficamente ipnotizzano il fruitore per la materialità semantica espressa da opere in silicone troviamo “Internal Objects in Three Parts” (2013-2015), mentre risucchiante e riflettente “Turning Water Into Mirror, Blood Into Sky” (2003), suggestiva “Sacrifice” (2019) una scalante opera site specific piena di passione e ardore, mentre la monolitica serie in alabastro intitola “Gate” (2021) mostra al suo interno uno spazio sconfinato racchiuso da forme perimetrali che ricordano lo “spioncino geometrico” delimitato da una precisa segnaletica semantica. Mentre, lascia senza fiato l’installazione meccanomorfa all’ultimo piano nella quale il sole sembra oscillare come il pendolo di un orologio, una massa di cera rossa trasuda sul pavimento in varie proporzioni intrecciando così il confine di concetto tra la vita e la morte. Sicuramente da vedere insieme all’altro spazio allestito alle Gallerie dell’Accademia di Venezia.